La Scoria dell’Arte interpretata da Alberto Angela


Dai 30° sotto zero dell’Antartide ai 140°Fahrenheit del deserto del Kalahari; in immersione subacquea nelle più profonde fosse oceaniche o "fluttuando" nell'aria in condizioni di assenza di gravità simulata, Lui è in ogni dove, sprezzante del pericolo e dei varchi spazio-temporali, col suo sorriso rassicurante e i suoi modi affabili per spiare ciò che è precluso ai comuni mortali, indagando segreti e meraviglie della natura, esaminando antiche testimonianze per ricostruire tracce di vita quotidiana di remote popolazioni. 
È lui, Alberto Angela, la quintessenza della divulgazione scientifica. Paleontologo, scrittore, giornalista, degno figlio del sommo Piero Angela e chi più ne ha più ne metta, Alberto occupa il primo e unico posto nella classifica dei Non-Raccomandati della televisione italiana.
Ideatore e conduttore di programmi televisivi di senso compiuto, Alberto Angela è per questo considerato un individuo sovversivo, socialmente pericoloso, accusato di recidiva reiterata di trasmissione massiccia del sapere. 
I suoi programmi sono da tempo oggetto di studio e d’indagine da parte di un’apposita commissione scientifica volta a far chiarezza, una volta per tutte, sugli effetti deleteri della divulgazione scientifica in Italia e, in generale, sulle pericolose conseguenze della stimolazione dell’encefalo.

In particolare, diversi studi hanno rivelato gli effetti devastanti dell’esposizione a programmi come Ulisse, il piacere della scopertaPassaggio a Nord Ovest i quali, stimolando nei telespettatori una malsana curiosità culturale, originerebbero nell'individuo preoccupanti fenomeni educativi tali da potenziare le nocive capacità esplorative dell’intelligenza e della creatività, stimolando oltremodo il cervello a mantenere pericolosamente attive tutte le sue funzioni nelle 24 ore successive all'esposizione del programma.

Per arginare la pericolosità del fenomeno la Radiotelevisione Italiana ha però escogitato un valido sistema, ampiamente collaudato da Fabio Fazio, che consiste nel passare la palla alle trasmissioni di Alberto Angela in un orario notturno prossimo alle prime luci dell’alba, quando ormai il suo pubblico dorme beato tra le braccia di Morfeo e il rischio di divulgazione scientifica è pari allo zero.

Ma mettiamo da parte l’amara realtà e concentriamoci piuttosto sull'effettiva competenza di un grande divulgatore che oggi si propone ai lettori di Scoria dell’Arte in un incontro ravvicinato del terzo tipo con alcuni capolavori della pittura.
La lezione di anatomia del Dottor Alberto Angela - Rembrandt
La lezione di anatomia del Dottor Alberto Angela - Rembrandt


Si parte con La lezione di anatomia del Dottor Alberto Angela, uno dei più famosi dipinti
di Rembrandt realizzato nel 1632 e conservato al Mauritshuis dell'Aia. L’opera mostra un inedito Alberto Angela nelle vesti di un rinomato dottore di anatomia, alle prese con la dissezione del corpo giustiziato di un famigerato criminale. Il dottor Angela è ritratto nel momento in cui espone con somma dovizia, tra lo stupore e la curiosità degli astanti, il funzionamento dei tendini del braccio sinistro afferrandoli con delle grosse pinze e mimando con la mano sinistra, il movimento delle dita. 

Sintesi perfetta di arte e divulgazione della cultura scientifica.


fotomontaggio di Alberto Angela in Viandante sul mare di nebbia-Caspar David Friedrich
Alberto Angela sul mare di nebbia - C. D. Friedrich

Dalla fredda e lucida spiegazione anatomica di Rembrandt passiamo alla contemplazione romantica della natura con un'icona del Romanticismo tedesco: Alberto Angela sul mare di nebbia, celebre dipinto a olio del pittore tedesco Caspar David Friedrich.

Proteso sull'orlo di un sperone roccioso freddo e inospitale, privo di ogni vegetazione ma collocato in una posizione rialzata che gli consente di contemplare il panorama, Alberto Angela si erge solitario al centro della composizione, vero centro focale e spirituale del dipinto. Con i capelli leggermente scompigliati dal vento, avvolto in un soprabito blu oltremare e con un bastone da passeggio, l’Insaziabile esploratore dei più reconditi anfratti della natura presenta allo spettatore il fascino primordiale di una valle arcaica, quasi completamente immersa in un mare di nebbia che si espande a perdita d’occhio mescolandosi con l’orizzonte.

Il nostro tour tra i capolavori dell’arte si conclude al Museo del Prado dove è custodito il dipinto realizzato nel 1630 dal pittore Diego Velázquez: Alberto Angela nella fucina di Vulcano.


Alberto Angela nella fucina di Vulcano-Velazquez-Fotomontaggi di dipinti classici
Alberto Angela nella fucina di Vulcano - Diego Velàzquez

In questo quadro viene riportato l'episodio epico nel quale il dio Alberto Angela, Colui che tutto conosce, circonfuso di luce, saggezza e cultura, da sfoggio di una conoscenza enciclopedica della mitologia classica informando Vulcano che sua moglie Venere è l'amante di Marte, il dio della guerra. Si può quindi comprendere l'espressione indignata di Vulcano nell'apprendere la notizia e lo sconcerto dei presenti.

Perché anche questo è conoscenza.

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